
DIAVOLO DI UN CORRIDORE
PASTONESI MARCO
256
15 x 21
2015
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CompraCORSE, BATTAGLIE E MIRACOLI DI RENZO ZANAZZI
Renzo Zanazzi era un uomo a due ruote. Diabolico da corridore, grintoso da veterano, irriducibile da pensionato. Fuoriclasse fra gli allievi, gregario fra i professionisti, ha nel suo palmares la conquista della prima tappa del Giro d’Italia del 1947 e la maglia rosa per tre giorni.
Mantovano di nascita ma milanese d’adozione, impara ad amare la bicicletta negli anni Trenta, cimentandosi con le prime gare da dilettante. I premi fanno gola a tutti: poche lire sono comunque un’enormità, per chi non ha un bel niente.
La seconda guerra mondiale lo costringe a sospendere la carriera, ma non ad abbandonare la bicicletta. Assieme alla sua cavalcatura e ai fratelli, si “inventa” partigiano e compie le prime azioni contro i tedeschi in perfetta autonomia.
Al termine del conflitto arriva finalmente il passaggio al ciclismo professionistico, su per le salite e lungo le pianure a darsi battaglia con i nomi che sarebbero entrati nella storia: nei suoi sette anni in squadre quali Legnano, Cimatti, Ganna, Zanazzi si dimostra un gregario imprescindibile alla corte di campioni come Gino Bartali, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni.
La sua figura, defilata ma indispensabile nell’economia del gruppo, e la sua vicenda umana di incredibile spessore hanno spinto una grande firma del giornalismo sportivo come Marco Pastonesi a narrarne le vicissitudini. Con il suo stile unico, che molti lettori hanno imparato a conoscere sulle pagine della Gazzetta dello Sport, l’autore ci descrive con passione e poesia la vita di questo corridore nella forma di un lungo racconto in prima persona: pare di avercelo di fronte, il vecchio “Zanass”, mentre snocciola aneddoti sui mostri sacri della bicicletta, sui campionissimi mancati, sui gregari più significativi e sulle scappatelle dei ciclisti refrattari a ogni disciplina.
Sullo sfondo, il ritratto di un’Italia povera ma tenace, che prova a ripartire dalle macerie della guerra, di nuovo in grado di emozionarsi, mentre guarda sfilare, lungo le sue strade, quegli eroi su due ruote che macinano chilometri con tempra e caparbietà, unici padroni del proprio destino.